La mia paziente segnala la presenza di un click mandibolare sinistro. Quale terapia adottare? Bite, molaggio selettivo oppure … ?
La DIAGNOSI KINESIOLOGICA dell’occlusione mette in evidenza la ridotta dimensione verticale dal lato di destra, individuata soprattutto a livello del molare inferiore di destra.
Il primo molare, come dico spesso ai pazienti, è il nostro tacco delle scarpe. Un tacco più basso induce una disfunzione masticatoria caratterizzata da una maggiore masticazione proprio dal lato più basso.
In termini gnatologici la mandibola dal lato più basso, svolge la funzione di LATO LAVORANTE. Di conseguenza il lato opposto si comporta come LATO BILANCIANTE, con comparsa iniziale di sintomi algici a carico dell’ATM, associati a click mandibolari che il paziente riferisce come scatti.
Il primo molare inferiore di destra da “rialzare” è un dente in zirconia, avvitato su un impianto.
Sfruttando il composito presente in area occlusale, in corrispondenza della vite di ancoraggio della corona, si è proceduto ad un rialzo selettivo dell’occlusione.
L’altezza del rialzo è stata determinata mediante il test kinesilogico del fascio medio del muscolo temporale.
Il rialzo è cospicuo, come si può vedere dalle foto e dal video, di una altezza tale che per me sarebbe stato assolutamente impossibile da intercettare e da proporre al paziente se non, ripeto, col test kinesiologico.
Terminato il rialzo occlusale la prima sensazione della paziente è di disconfort … “dottore ma tocca solo un dente!”
Bene, mi chiedo:
Chi e con quale metodo diverso della Kinesiologia applicata avrebbe potuto determinare che la causa della malocclusione è la carente dimensione verticale monolaterale?
E qualora ne fosse stato in grado, come avrebbe fatto a determinare l’altezza corretta?
Chi, nel caso specifico, si azzarderebbe a congedare la paziente con la sensazione che tocca solo un dente, dicendole che l’altezza è corretta e che deve avere pazienza per qualche giorno e vedrà che poi tutto le risulterà normale anzi, il click mandibolare migliorerà e con esso anche i disturbi di cervicale?

Il ripristino della dimensione verticale mediante rialzo occlusale del primo molare inferiore ha permesso di ripristinare la funzione masticatoria della paziente, e non solo, infatti anche i sintomi all’ATM sono spariti! I sintomi di cervicalgia non ci sono più.
Il rialzo occlusale in composito su elemento in zirconia non è durevole nel tempo. Lo conferma il fatto che dopo qualche giorno si è sgretolato in parte determinando la ripresa di qualche sintomo… Anche se il quadro generale è migliorato. (Dettagli nel primo video)
Pertanto la terapia successiva consiste nella sostituzione dell’elemento protesico con una corona in zirconia costruita con l’altezza corretta determinata con i TEST KINESIOLOGICI.
Primo controllo dopo la terapia, scopriamo il test kinesiologico (guarda sino alla fine del video!)
Incontriamo la paziente per la seconda visita di controllo, vediamo cosa ci dice, come sta? … E controlliamo
RIFLETTENDO E CONCLUDENDO
A seguito dei sintomi accusati dalla paziente, probabilmente qualche collega avrebbe proposto un BITE, infatti la paziente riferisce di aver utilizzato più bite, per un po’ di tempo sull’arcata superiore, poi sull’arcata inferiore, senza alcun risultato.
Ma con quale metodo è stata fatta diagnosi che ha permesso di identificare il bite come soluzione terapeutica?
E nel caso in cui la diagnosi fosse stata corretta come si stabilisce di QUANTO RIALZARE?
Rialziamo e vediamo cosa succede? …E se succede che il paziente dopo il rialzo ci comunica che tocca solo il dente rialzato e nient’altro, lasciamo così oppure ritocchiamo, e di quanto?
E anche se ritocchiamo il paziente ci riferisce comunque la stessa sensazione, ossia che il dente rimane alto, anzi per il paziente resta troppo alto anche se veramente alto non è, cosa facciamo, lo mandiamo a casa così e ce ne stiamo tranquilli?
Attenzione, possiamo ovviare a dubbie e lecite domande oggi, approcciando la Gnatologia con un metodo innovativo, benché “clinico”, che da almeno 30 anni i CHIROPRATICI applicano sui loro pazienti, e che è possibile in modo raffinato e risolutivo utilizzare in campo odontoiatrico.
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